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Pubblichiamo questo articolo inviatoci da una nostra lettrice.

 

"Cosa Resta Del Padre''?

 

Massimo Recalcati mi perdonerà se mi sono indebitamente appropriata, solo per il breve tempo di una amara riflessione, di un suo titolo...è che lo trovo sinceramente paradigmatico di una situazione in cui (nostro malgrado) ci siamo cacciati.
Cosa resta del Padre, dell'uomo autoritario, quello che "portava i pantaloni", per intenderci; dov'è finito quell'uomo che rappresentava sì la disciplina, ma anche la sicurezza? Come avete/abbiamo potuto permettere che questa figura cardine venisse demonizzata a tal punto da eclissarsi completamente? Eppure tante bambine, ragazze, donne ne avrebbero ancora così tanto bisogno...
Uomini, quando e come è accaduto che avete abdicato al ruolo di capofamiglia? L'avete scelto voi?...e forse la cosa vi fa anche un po' comodo? O siete stati voi stessi vittime di questo strano, ottuso sistema, che vi ha costretti ad immolarvi sull'altare della agognata (o famigerata, dipende dai punti di vista) "parità dei sessi"?
Molte domande, poche risposte, un'unica certezza (almeno per quel che mi riguarda): questo povero uomo con i pantaloni l'hanno fatto passare come il male assoluto, in quanto incarnazione del più deteriore e pericoloso retaggio del passato: il temibile patriarcato!!! Una specie di mostro mitologico, una sorta di Leviatano post litteram che fagocita le aspirazioni, reprime i sogni, schiavizza senza pietà la donna e ne soffoca la personalità. Le pseudofemministe 2.0 portano avanti convintamente e indefessamente (o "FESSAmente", anche questo in base ai punti di vista), la loro personale, rancorosa crociata contro ilMaschio ®️ nel senso più ampio del termine.
Eppure, vedendo come vanno oggi le cose...(oggi che ilMostro è stato quasi definitivamente annientato), in me si insinua il dubbio che in fondo, gli uomini con i pantaloni non rappresentassero poi una minaccia così grave alla nostra emancipazione. Magari ho una visione come dire "romanzata" della vita di coppia delle nostre madri e nonne, così guardo al passato con lenti rosa, e al presente con lenti scure...ma sicuramente, senza andare a scomodare Freud, ciò dipende anche dal contesto familiare in cui sono cresciuta, un contesto di parità vera e sostanziale, di rispetto e collaborazione fra i due sessi, ma anche di ruoli definiti.
Una cara amica soleva dire "Quando gli uomini facevano gli uomini e le donne le donne, tutto filava più liscio!" All'inizio mi fece sorridere tale affermazione così perentoria e semplicistica, ma riflettendoci, forse proprio in questa complementarietà stava la vera forza di tanti rapporti: siamo diversi, fisicamente e mentalmente, e se accettassimo la nostra indole e ci lasciassimo andare con semplicità, vivremmo di certo una vita amorosa più appagante.
Sono d'accordo con chi sostiene che la donna sia naturalmente portata a cercare protezione nell'uomo, ma ora guai ad ammetterlo! Eppure continuo a non trovarci nulla di male...in fondo, è davvero così umiliante lasciarsi un po' guidare (soprattutto in determinati contesti)? Cosa c'è di più bello che trovare rifugio, protezione fra le braccia di un uomo quando per esempio si ha paura, quando determinate fragilità prendono il sopravvento. Cosa c'era di così sbagliato nell'essere punita per non aver rispettato gli orari o per aver risposto male? Invece purtroppo siamo a un punto tale che noi donne non ammettiamo più di avere bisogno di una presenza forte al nostro fianco perché non possiamo mostrarci fragili agli occhi del nemico...mai sanguinare davanti agli squali, dopotutto!! Oppure, se faticosamente troviamo il coraggio di ammetterlo, nella maggior parte dei casi rimaniamo sole e deluse; deluse da questi uomini "moderni", che pare non abbiano forza né voglia di assumersi le responsabilità che prima gli competevano senza eccezioni. Così ad esempio i papà moderni non sgridano più le loro figlie, sono più che altro amici di queste ragazzine che perciò navigano nel mare aperto del mondo esterno senza scialuppa di salvataggio, senza neppure uno straccio di salvagente a cui aggrapparsi.
Sarò stata troppo catastrofica nella mia rappresentazione/interpretazione della realtà odierna...?? Mettiamola così: se mi sbaglio, ne sono ben lieta. Anzi, meglio! Spero vivamente di sbagliarmi, con buona pace delle turbofemministe.

Concludo questa riflessione con la strofa di una canzone di Brunori Sas "per due che come noi", che mi è venuta in mente mentre scrivevo:

"Vuoi fare un bambino o lo faccio io?

Se ti fa piacere so farlo da Dio

Oppure vorresti che fossi tuo padre

Per stringerti al petto e cantarti le fiabe

E chi se ne frega di Jung o di Freud

Non siamo dei santi, dai, sbagliamo anche noi

E a volte è anche bello

Trattarsi un po' male

Dormire di schiena

Per poi farsi abbracciare".

 

Aurora B. 85.